[Newsletter] Newsletter 09 06/03/06

loris loris at olografix.org
Tue Mar 7 07:00:48 CET 2006


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  Ass.ne Cul.le Telematica MMMMMMMMMM
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Teoria dei comportamenti sociali
La teoria della scelta razionale non funziona nel mondo reale: le per-
sone, per fortuna, decidono anche tenendo conto degli altri individui
La posizione subalterna rispetto al donatore, speiga perché gli Au
della Nuova Guinea in larga maggioranza rifiutano le offerte troppo
generose
FRANCO CARLINI


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..... DALLA RETE A(LLA) CARTA di Marco Trotta .....


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:: TEMI E APPROFONDIMENTI ::
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Tanto per giocare
Proviamo a capire se siamo molto egoisti o generosi


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La Repubblica, L'Unità, Liberazione, Il Manifesto


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 .: IN PRIMO PIANO :.
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Teoria dei comportamenti sociali
La teoria della scelta razionale non funziona nel mondo reale: le per-
sone, per fortuna, decidono anche tenendo conto degli altri individui
La posizione subalterna rispetto al donatore, speiga perché gli Au
della Nuova Guinea in larga maggioranza rifiutano le offerte troppo
generose
FRANCO CARLINI

I Machiguenga del Perù si sono rivelati molto utilitaristi e parsimo-
niosi nelle offerte. Viceversa gli Achè del Paraguay e, ancora di più,
i Lamerala dell'Indonesia, hanno esibito comportamenti molto generosi.
Tra questi estremi c'è un'intero spettro popolazioni, 15 in tutto,
disseminate per l'universo mondo, e studiate da altrettanto squadre
di antropologi e psicologi, all'interno di un progetto della MacArthur
Foundation. La provvisoria conclusione di questo lavoro, che prosegue,
è che i comportamenti sociali sono influenzati da una molteplicità di
fattori, ma che emergono come più robusti: il tipo organizzazione del
lavoro (e la relativa rete di cooperazione) e i valori culturali (con
i relativi stili di vita) incorporati nella singola comunità. Un passo
indietro: tutto parte dalla constatazione che la Teoria della Scelta
Razionale non funziona nel mondo reale. Al massimo nei laboratori di
psicologia ma spesso nemmeno in quelli. Quella teoria dice che fronte
a ogni scelta, grande o piccola che sia, le persone si comportano se-
condo selfishness (si potrebbe tradurre egoismo) ovvero badando solo
al proprio interesse individuale. Dunque valutano le informazioni che
possiedono, calcolano i pro e i contro delle diverse alternative pos-
sibili e alla fine scelgono quella che ottimizza le loro preferenze
personali. Il modello non funziona per molti motivi: perché le info-
rmazioni non sono quasi mai esaurienti, perché anche quando lo siano
è difficile pesarle in maniera razionale ma non solo per questo. Sto-
ria, antropologia, sociologia ci dicono che il modello della selfish-
ness non regge e che le preferenze che guidano i nostri comportamenti
non sono soltanto orientate al risultato e a se stessi ma che (per
fortuna) le persone decidono anche tenendo conto degli altri dando
un peso al come si sviluppano le interazioni (transazioni direbbero
gli economisti). Insomma, le preferenze non sono esclusivamente indi-
viduai ma anche sociali e tuttavia non è affatto chiaro come esse ab-
biano origine, si sviluppino ed eventualmente mantengano. Questa era
la domanda che gli studiosi si sono posti e che è stata pubblicata in
un ponderoso volume: «Foundation of Human Socialità» (Oxford universi-
ty press, 2004). Il sottotitolo ci dice di più: Esperimenti economici
e evidenza etnografica in 15 piccole società". Il punto di partenza
era la consapevolezza che l'assioma della selfishness è frequentemente
violato e che le preferenze sociali (il tener conto degli altri) sono
una costante nei comportamenti umani. Ma è un fatto universale, valido
sempre nel tempo e nello spazio? Oppure è plasmato dall'ambiente eco-
nomico, culturale e sociale? E se sì, come? Per capirlo le squadre di
ricercatori hanno impiegato dei contesti sperimentali utilizzati da
tempo dagli economisti del comportamento e dagli psicologi, e cioè dei
giochi di ruolo noti come Ultimatum game e Dictator game, sommariamen-
te descritti in questa stessa pagina Non spaventino i nomi un po' mi-
nacciosi: si tratta di situazioni sperimentali in cui dei soggetti vo-
lontari devono fare delle scelte allocando una certa somma; possono
farlo in maniera iperegoista, massimizzando l'utile immediato, oppure
in maniera più o meno generosa, cedendo parte dell'utile possibile a
un altro giocatore. Esperimenti del genere vengono giocati da tempo
nelle università e hanno confermato che almeno nelle popolazioni clas-
siche di studenti universitari occidentali, c'è comunque un significa-
tivo discostarsi dalla pratica puramente razionale e utilitaristica.
Ma come si comportano popolazioni a noi lontane, sparse per il mondo?
Per esempio i Mapuche e gli Tsimane dell'America latina, o gli Azda e
i Sangu dell'africa, i Kazach o gli Gnau? Dopo due anni di lavoro sul
campo le squadre di ricercatori in California per un intenso workshop,
confrontando i risultati e qui vennero sia le conferme che le sorpre-
se. Tutti avevano verificato che anche in quelle popolazioni pur così
lontane e diverse, e comunque lontane dal pensiero occidentale preva-
lente, l'assioma utilitarista non reggeva. Praticamente nessuno dei
partecipanti all'esperimento si era comportato in modo spietatamente
egoista, cercando di incassare tutto e subito a prescindere dagli al-
tri. Si tenga conto che l'esperimento viene condotto in maniera tale
che il donatore non sa chi sia ilo ricevente (sa soltanto che è uno
dei suoi, ma non chi) e non lo vede né interagisce con gli altri,
quindi non c'è l'influenza della familiarità o addirittura della pa-
rentela. E non c'è nemmeno il problema di essere riconosciuto dalla
comunità come egoista, perché le sue scelte vengono solo registrate
dagli sperimentatori e non rese pubbliche.Potremmo dunque dire che in
qualche modo la propensione di noi umani a tener contro dei nostri
simili è universale, diffusa, fa parte della nostra natura. Ma poi ci
sono le differenze tra una popolazione e un'altra. Per esempio tra i
Machiguenga del Perù le offerte sono risultate molto basse (inferiori
a un quarto della posta). Per contrasto tra gli Achè del Paraguay
l'offerta media è stata generosa, pari al 51 per cento della posta in
gioco nell'Ultimatum game e i Lamerala dell'Indonesia sono stati anco-
ra più generosi, offrendo in media il 58%.Come mai? Che cosa c'è sotto
a questi comportamenti? Da bravi sociologi, i ricercatori hanno cerca-
to le correlazioni tra queste scelte empiriche e le strutture sociali
ed economiche di queste popolazioni. Non sono risultate rilevanti le
differenze di sesso o di età e nemmeno la complessità sociopolitica.
Piuttosto un parametro rilevante è risultato quello che loro hanno
chiamato il Payoff of Cooperation: la resa, il risultato dei mecca-
nismi di cooperazione nelle singole società, a sua volta legato alla
struttura economica e sociale. Vediamo meglio: quella dei Machiguenga
è un'economia agricola prevalente mono familiare, con scarsi scambi
di collaborazione con gli altri nuclei. La famiglia è autosufficiente,
coopera al suo interno, ma non scambia molto con gli altri nuclei e
dunque non è "obbligata" a transazioni eque con ilo resto del mondo.
E' economia povera e perciò ogni occasione va colta e capitalizzata
"dentro". Nessuna meraviglia che nell'Ultimatum game tendano a donare
poco e incassare molto. I "generosi" Achè, invece, sono un popolo che
caccia in gruppo. Quando i maschi tornano con le prede, queste vengo-
no divise equamente tra tutto il villaggio. Altri popoli di cacciato-
ri seguono regole diverse ma analoghe: per cacciare occorre cooperare
(e quindi relazionarsi positivamente con gli altri), ma talora la di-
visione delle prede tiene conto dei diversi ruoli e specialità e non
è così egualitaria come tra gli Achè. Quanto ai Lacerala, che offri-
rono in media il 58%, loro sono cacciatori di balene, usando grandi
canoe. E' un'attività che per avere successo richiede grande collabo-
razione: incorpora ilo bisogno della condivisione degli sforzi così
come dei risultati. In questo esperimento transculturale si è verifi-
cato anche un caso strano, quello di una popolazione, gli Au della
Nuova Guinea, che in larga maggioranza rifiutavano le offerte troppo
generose. Come mai? Nella cultura di questo popolo accettare un gran-
de dono significa trovarsi socialmente in posizione subalterna rispet-
to al donatore, essere in debito, con l'obbligo sociale di ricambiare
(è il meccanismo del dono e del controdono). Ilo caso degli Au ci se-
gnala dunque un altro fattore in gioco: nei comportamenti e nelle pre-
ferenze sociali non c'è solo l'effetto della struttura e dell' organiz-
zazione del lavoro, ma contano anche i fattori culturali che una comu-
nità porta con sé. Ci sono società o anche gruppi sociali urbani dove
l'aiuto reciproco è di fatto un dovere, imposto dai costumi e dal sen-
so comune e dove i comportamenti altruisti vengono compensati non già
in denaro ma in reputazione e prestigio. Nell'isola di Futura, nel
Pacifico, il capo del villaggio, quando eletto deve molto donare al
suo popolo, al punto che c'è persino un proverbio: quando il capo non
ha più piume sul suo cappello, ovvero quando non ha più ricchezze da
distribuire, allora è il momento di eleggerne un altro. Ha finito il
suo compito: ha conquistato prestigio (dissipando per i suoi), tutti
lo ricorderanno come un grande. Ps: non è esattamente il criterio con
cui si fanno le liste in questa penosa tornata elettorale italiana.

Il Manifesto, 5 marzo 2006
http://www.ilmanifesto.it


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 .: RUBRICHE :.
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..... DALLA RETE A(LLA) CARTA di Marco Trotta .....

ALCEI
Due nuove leggi a fine legislatura hanno dato un ulteriore giro di vi-
te ai diritti nella rete. L?accusa arriva da ALCEI, la storica ?Asso-
ciazione per la libertà nella comunicazione elettronica interattiva?,
che si occupa in Italia di diritti telematici (www.alcei.org). La pri-
ma legge è la modifica della 269/98 approvata il 23 gennaio dal titolo
?Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei
bambini e la pedopornografia anche a mezzo internet?. Un legge che
Alcei già contestava per le ?inaccettabili estensioni dei poteri di
polizia? e che ora presenta due discutibili novità. La prima è l?arti-
colo 4 che introduce il reato di ?pornografia virtuale? con una defi-
nizione che per Alcei ?si presta a interpretazioni strumentali e dis-
crezionali che vanno a incidere addirittura sul condizionamento del
pensiero?. La seconda, con l?articolo 14 Bis, è l?introduzione di un
?Centro nazionale, contrasto della pedopornografia sulla rete Inter-
net? che funzionerà da collettore delle segnalazioni di siti incrimi-
nati, nonché di gestori e beneficiari di pagamenti collegati a questi
reati. Un vero e proprio ?Moloch che al di fuori di ogni controllo
della magistratura esegue attività di indagine?. Non solo, la legge
obbliga i provider, ovvero quelle imprese che offrono servizi e la pos-
sibilità di collegarsi ad Internet, a segnalare a questo centro sogget-
ti o imprese che siano sospettabili di diffondere materiali di questo
tipo, conservarne copia per 45 giorni ed applicare filtri decisi dal
ministero. In caso di mancanza rispetto a questi obblighi verrebbero
applicate delle multe. Una situazione che per Alcei nel nome di una
?finta tutela dei minori, come per l?abusato pretesto della lotta al
terrorismo?, in realtà introduce norme e principi che poi sono facil-
mnete estendibili ?anche ad altri ambiti variamente repressivi e liber-
ticidi, come il diritto d?autore, la manifestazione di opinioni scomo-
de o la lotta politica - con le conseguenze che è facile immaginare?.
Una denuncia che vale anche per gli altri dispositivi di legge conte-
stati, ovvero gli articoli 535, 536 e 537 dell?ultima finanziaria, nei
quali il governo ha dettato all?internet italiana ?le regole per impe-
dire che gli utenti possano collegarsi ad una lista nera di siti?. In
questo caso si tratta di siti che offrono giochi e scommesse online ma
che di fatto introduce ?un altro provvedimento normativo di schedatura
e controllo generalizzato, questa volta con la scusa del gioco d?azzar-
do? . Su disposizione di legge, infatti, i filtri funzioneranno reindi-
rizzando gli utenti che si volevano collegare ad uno dei siti vietati,
su una pagina dei monopoli di stato che potrà così registrare ??dati
esterni?e modalità di comportamento da girare poi alla Guardia di fi-
nanza per gli ?accertamenti? di rito?. Una modalità che, denuncia sem-
pre Alcei, si potrebbe applicare in futuro in altre circostanze e rom-
pe con il principio dello stato di diritto per il quale ?ciascuno deve
rispondere di quello che fa? e l?attività investigativa non può esten-
dersi in questo modo utilizzando, di fatto, strumenti di schedatura
preventiva di massa. Un problema che un eventuale governo dell?Unione
avrà voglia di risolvere con la stessa determinazione con la quale si
chiede l?abbrogazione della legge Cirami?

DEMOCRACYTV
Tv e Internet da sempre sono un binomio difficile. La TV ha un clas-
sico funzionamento ?broadcast? ovvero è un modello che ha un solo cen-
tro di diffusione e molteplici centri di ricezione. La rete, al con-
trario, permette ad ogni nodo di essere in una certa misura sia centro
di ricezione che di diffusione di informazioni. Per questo motivo di-
versi tentativi di applicare il modello ?broadcast? alla rete sono fal-
liti. Wind, per esempio, diffuse tramite il suo sito il ritorno di Mina
in un concerto dal vivo nell?aprile del 2001. Risultato: 15 milioni di
tentativi di accesso, ma solo il 2% andò a buon fine saturando la rete
di uno dei più grossi fornitori in Italia, tra l?altro. Di ben altro
spessore è il progetto ?Democracy TV?. In pratica si chiede agli uten-
ti di usare un programma che non solo permette di vedere i video pre-
levati dal server centrale, ma li condivide anche con altri utenti at-
traverso la connessione di casa evitando di usare (e saturare) un solo
sito. E? il principio del ?peer-to-peer? (letteralmente ?da pari a pa-
ri?) usato ogni giorno da milioni di persone che condividono e scambia-
no musica e film dal proprio computer attraverso programmi come Emule.
Kazaa o Winmx. Solo che in questo caso è applicato ad un ipotesi di
distribuzione alternativa di contenuti video che non avrebbero accesso
su altri canali ai quali ogni utente può contribuire con i propri. Sul
sito un?apposita sezione di aiuto ed un forum tra utenti spiega come
fare. Info: http://www.getdemocracy.com


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 .: TEMI E APPROFONDIMENTI :.
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Tanto per giocare
Proviamo a capire se siamo molto egoisti o generosi

ULTIMATUM GAME Questo gioco si gioca così: al primo soggetto, Alice,
vengono consegnati 10 dollari. Dovrà ripartirli con il secondo sogget-
to, Bob, di cui non ha alcuna conoscenza precedente. Alice può decide-
re la ripartizione come meglio crede, per esempio tenendo per sé 9
dollari e offrendone a B solo 1. A sua volta Bob può accettare o ri-
fiutare l'offerta di Alice.Se accetta, allora la ripartizione proposta
da Alice verrà realizzata, ma se rifiuta nessuno incasserà alcunché.
Un comportamento di scelta razionale per Alice consiste nel massimiz-
zare il suo incasso, offrendo a Bob molto poco. D'altra parte Bob, al-
trettanto razionalmente, dovrebbe accettare ogni offerta, anche molto
bassa, perché se rifiuta non incassa nulla e il poco è pur sempre me-
glio di niente. Gli psicologi chiamano questa situazione Ultimatum
Game e ne hanno sperimentato molte varianti con diversi parametri; per
esempio modificando l'ammontare della posta. In genere però si trovano
di fronte a comportamenti strani, "irrazionali": sono pochi i giocatori
A che fanno proposte minime e sono molti i giocatori B che rifiutano
le offerte basse; preferiscono rinunciare a un guadagno pur di "dare
una lezione" agli A troppo egoisti. Gli esiti dell'esperimento possono
variare sensibilmente per esempio a seconda della posta in palio: se la
somma è alta, per esempio pari a una o più giornate di stipendio, il
ricevente B sarà più facilmente tentato di accettarla anche se il pro-
ponente si tiene una parte eccessiva del piatto. Nello stesso tempo,
dato che il proponente condivide la stessa cultura del ricevente, per
esempio improntata a valori diffusi di giustizia distributiva, magari
egli farà un'offerta abbastanza generosa ma non già per altruismo,
quanto per evitare che una proposta troppo bassa venga respinta, tro-
vandosi anche lui con niente in mano.

DICTATOR GAME Per cercare di capire quanto l'offerta sia motivata da
generosità piuttosto che dal timore del rifiuto, il Dictator Game non
prevede che il ricevente possa rifiutare. Semplicemente il primo gio-
catore può decidere quanto donare al secondo e la sua scelta sarà co-
munque realizzata. Di per sé dunque il decisore può fare la scelta più
egoistica possibile, trattenendo per sé pressoché tutta la somma, e
tuttavia negli esperimenti giocati nelle università indicano che anche
così il dittatore destina all'altro una percentuale del 10 o anche del
25 per cento delle posta. PUBLIC GOOD GAME Questo è un gioco sul bene
pubblico. Ne giocatori hanno a disposizione una somma e sono invitati
a versarne una parte in una sorta di cassa comune. Il gestore del gio-
co raccoglie le somme versate in comune e le fa fruttare, per esempio
raddoppiandole; dopo di che questa somma totale viene ripartita in ma-
niera egualitaria tra tutti i partecipanti. Dunque ogni giocatore alla
fine avrà per sé una somma fatta da quelloche non ha versato nella cas-
sa comune, meno quello che ha versato, più la divisione della cassa
comune. Un free rider (pirata egoista) sarà tentato di versare poco o
nulla in cassa per approfittare della divisione dei versamenti altrui.
Ma se tutti fanno così al massimo ne usciranno con quello che avevano.
Allora cosa fare? Scommettere sulla voglia del gruppo di contribuire
al meno comune o cinicamente isolarsi approfittando della eventuale
generosità degli altri? E in che misura?

Il Manifesto, 5 marzo 2006
http://www.ilmanifesto.it


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 .: HOT NEWS: LA NOTIZIA 'CALDA' DELLA SETTIMANA :.
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Pechino crea oltre trentaquattro nuovi domini di secondo livello
Ma l'obiettivo è quello di staccarsi dalla "gestione Usa del web"
La Cina sogna una nuova internet
gestita interamente "in proprio"
L'imbarazzo dell'Icann, l'agenzia che "detta le regole" in rete
http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/scienza_e_tecnologia/
intertunisi/internetcina/internetcina.html

La Cina lancia la sua Internet
Si comincia con tre nuovi domini di primo livello, in caratteri cinesi
ed alternativi a quelli occidentali. Il traffico su quella rete non
sarà gestito da ICANN. Sale la preoccupazione. Ma era previsto e pre-
vedibile
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58128&r=PI


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 .: TECNOLOGIA&INTERNET :.
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 .: MyTech :.

iOutliner: schemi e progetti si fanno on line
di Nicola D'Agostino
Bozze e elenchi di appunti, piani di lavoro con il browser. Gratuito
e libero naturalmente
http://www.mytech.it/news/articolo/idA028001065018.art

Unipage: insieme tutti i file di una pagina web
di Nicola D'Agostino
Arriva un nuovo sfidante del formato Pdf di Adobe. Per salvare web
pages con tutti gli elementi testuali, grafici e interattivi. E rive-
derle direttamente nel browser
http://www.mytech.it/news/articolo/idA028001064993.art

Apple, ecco l'iPod Hi-Fi
di Nicola D'Agostino
Arrivano le casse per il walkman digitale della Mela. Ricercate e te-
lecomandabili
http://www.mytech.it/news/articolo/idA028001064995.art

pple, il nuovo Mac mini Intel
di Nicola D'Agostino		
Anche il Macintosh più accessibile cambia processore e si accomoda me-
glio nel salotto digitale. Ma con qualche perplessità
http://www.mytech.it/news/articolo/idA028001064994.art

 .: Punto Informatico :.

P2P, MPAA ottiene la chiusura di ED2K-it.com
Un altro celebre indice della comunità eDonkey chiude i battenti dopo
essere stato denunciato dagli studios di Hollywood. I gestori sono
accusati di aver indotto a delinquere gli utenti e di averci lucrato
sopra
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58169&r=PI

Wireless P2P musicale sotto Creative Commons
L'etichetta indipendente Fading Ways Music e il provider wireless
Wireless Nomad hanno dato vita ad un progetto in file sharing che
vuole stravolgere il modello economico musicale tradizionale
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58142&r=PI

Gli USA contro la rete a due velocità
Il Congresso vara una normativa contro gli accordi tra fornitori di
contenuti e grandi provider: Internet deve rimanere libera, no alle
discriminazioni. Si accende la speranza
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58162&r=PI

Google sottrae i dati degli utenti alla Cina
La divisione cinese del motore di ricerca sposta tutti gli archivi
sensibili negli Stati Uniti, per evitare che il governo di Pechino
pretenda l'accesso ai dati personali degli utenti
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58161&r=PI

Cassandra Crossing/ Manuale tecnico per censori
di Marco Calamari - C'è un sito che volete censurare? Ecco la prima
parte di un manuale per impedire che venga visualizzato dagli italia-
ni. Ci potrebbero volere risorse aggiuntive e un lavoro continuativo,
ma ne vale la pena...
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58150&r=PI

Nuova condanna nei confronti dei songlifter
RIAA chiama così chi mette in condivisione file protetti da diritto
d'autore: condannato un altro gruppo specializzato nelle pre-realase
degli artisti più famosi
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58140&r=PI

SmartFilter, l'alleato della censura
Cos'hanno in comune gli ISP di Tunisia, Iran ed Emirati Arabi Uniti?
Usano lo stesso software per bloccare l'accesso alla Rete. Le prote-
ste di EFF e dei blogger statunitensi: SmartFilter è una minaccia
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58113&r=PI

Una tassa per... leggere pagine web
L'equivalente australiano della SIAE pretende il pagamento di un equo
compenso da tutti gli istituti che forniscono accesso ad Internet e
che spingono gli alunni alla consultazione online di testi
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58116&r=PI

La Rete non cresce più negli USA
I risultati di uno studio suscitano grande attenzione: 39 milioni di
famiglie americane non hanno alcuna intenzione di dotarsi di Internet
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58110&r=PI

Italia, traffico internet sotto sequestro
di Gilberto Mondi - Via libera dal Governo e dai Monopoli: l'Italia è
il primo paese occidentale che reindirizza l'utenza da un dominio le-
gittimo ad una propria pagina. Un precedente pericoloso autorizzato
dalle istituzioni
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58081&r=PI

Higging, la risposta open a InfoCard
IBM e Novell hanno presentato un nuovo progetto che si pone come alter-
nativa open source a InfoCard, la nuova tecnologia per l'identifica-
zione e l'autenticazione che Microsoft sta per lanciare
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58087&r=PI

MPAA, guerra totale ai motori del P2P
In un'ondata di denunce senza precedenti, gli studios tentano di far
chiudere vari motori di ricerca che indicizzano i contenuti delle reti
P2P. Se la prendono anche con Usenet. L'accusa? Favoreggiamento della
pirateria
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58073&r=PI

Tutti contro le mail a pagamento
L'idea di Yahoo ed AOL è sotto un attacco senza precedenti: movimenti
politici, EFF ed enti non profit intendono boicottare il progetto.
Già partite decine di migliaia di email di protesta. AOL: andremo
avanti comunque
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58066&r=PI

Contrappunti/ La loro Internet
di Massimo Mantellini - Trusted computing, DRM ma anche traffico gesti-
to a monte dai provider: non stupisce che oggi coloro che cercano di
tirar fuori denaro da ogni singolo bit in rete siano gli stessi che la
rete l'hanno sempre temuta
http://punto-informatico.it/p.asp?i=58062&r=PI

 .: Zeusnews :.

Limitare i diritti diventa un business
Due visioni opposte sulla DRM.
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=4652&numero=999

Quando il provider gioca sporco
I fornitori di accesso a Internet iniziano a limitare Voip e peer to
peer.
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=4645&numero=999

Un'altra new economy è possibile
Libertà digitali, new economy e sfruttamento del lavoro.
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=4646&numero=999

 .: Apogeonline :.

Amo la web-radio perché arriva dalla gente
di Achille Corea
Peer to peer? Download? Podcast? Niente di tutto questo: per alcuni il
modo migliore per ascoltare musica da Internet è farsi una radio.
Gratuita e personalizzata
http://www.apogeonline.com/webzine/2006/02/23/01/200602230190

Richard Stallman arriva a Napoli
di Federica Masera
Il fondatore della Free Software Foundation e del Progetto GNU sarà
ospite del Linux Users Group, l?evento che si terrà all?Università di
Napoli ?Federico II?, giovedì 23 e venerdì 24 marzo 2006
http://www.apogeonline.com/webzine/2006/03/01/15/2006030115108

Così Linux si fa strada in Palm e Google
di Bernardo Parrella
L'open source fa passi avanti: Access Linux Platform entra nei palmari,
mentre il motore di ricerca continua a investire sul codice libera-
mente utilizzabile
http://www.apogeonline.com/webzine/2006/03/02/05/2006030205110

 .: La Repubblica :.

Il nuovo servizio - assicurano a Redmond - sarà due
volte più utile. E integrato in diversi software di Windows
Microsoft, assalto a Google
"In sei mesi un super motore"
di FRANCESCO CACCAVELLA
http://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/scienza_e_tecnologia/
microsoft2/nuovomsn/nuovomsn.html

 .: Liberazione :.

Il sequestro di Razorback2, il server svizzero leader nel filesharing
sul web dà il via ad un giro di vite contro lo scambio di film e brani
musciali su internet
Le Major Usa ordinano, la polizia informatica esegue: oscurato chi
viola il copyright. Ma i ?pirati? sono milioni
Francesca Bria
http://www.liberazione.it/giornale/060228/LB12D6B9.asp


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 .: NEWS DALL'ASSOCIAZIONE :.
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Ogni lunedì sera la sede dell'associazione resterà aperta
dalle ore 21,30 per incontrarsi, conoscersi, discutere, smanettare.
Per chi vuole passare un po' di tempo con noi, l'appuntamento è in via
Nazionale Adriatica Nord, 92 - Pescara
Riferimenti utili alla pagina
http://www.olografix.org/?page_id=57

Associazione Culturale Telematica "Metro Olografix"
http://www.olografix.org :: info at olografix.org


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 .: CREDITS :.
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a cura di Loris "snail" D'Emilio
http://www.olografix.org/loris/

Hanno collaborato a questo numero:
Nicola "nezmar" D'Agostino
http://www.olografix.org/nezmar
Massimo "manray" Politi
massimo dot politi (at) tin dot it
Marco Trotta
matro (at) bbs dot olografix dot org

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ciao,
    loris

"Se do da mangiare a un affamato, mi dicono che sono un santo.
Ma se domando perché quell'uomo è affamato, dicono che sono un comunista".
(p. Alex Zanotelli cita il vescovo brasiliano Camara)




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